lunedì 7 maggio 2012

Il balcone di Chiara


Guardando le foto che vi allego (e che non sono merito mio) il mio balcone sembra uno splendido inganno: sembra di stare in un arioso giardino fiorito e invece... sono 6 o 7 vasi aggrappati alla ringhiera di due piccoli terrazzi condominiali.


Ma i fiori sono un po' magici vero? Apparentemente delicati, ma tenaci nel resistere alle intemperie, alla distrazione o alla stanchezza di chi dovrebbe curarli ma a volte se ne dimentica, ostinati nel tendere verso la luce e il tepore che li fanno germogliare, chiudere e aprirsi, seguono geometrie misteriose che ci sfuggono ma che riescono a sfiorare qualcosa nel profondo di noi.
Poi, osservandoli da vicino – direi quasi con l'atteggiamento e lo sguardo dell'ape che osa tuffarcisi dentro e inebriarsi – si scopre tutto un mondo di colori, forme, geroglifici che ci parlano e che difficilmente sapremmo imitare, armati di pennelli o matite. Per questo mi piacciono molto queste foto così zoommate.


La conoscete la poesia di Cummings sulle dita della pioggia?

Pensate che mi viene in mente ogni volta che esco sul terrazzo e osservo i miei fiori che resistono meglio di me (anzi, quasi se ne nutrono e dopo profumano ancora di più!) ai cortocircuiti atmosferici di questa stagione (mentre vi scrivo, c'è il sole e diluvia).



Ve la scrivo:

Il tuo più tenue sguardo, facilmente, mi aprirà
Benché io abbia chiuso me stesso come dita
Sempre mi apri, petalo per petalo,
Come la primavera fa, toccando accortamente, misteriosamente
La sua prima rosa
E io non so quello che c'è in te che chiude e apre
Solo qualcosa in me comprende
Che è più profonda la luce dei tuoi occhi
Di tutte le rose
Nessuno, neanche la pioggia, ha così piccole mani.




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