mercoledì 16 febbraio 2011

Manifestazione "Se non ora quando" - il racconto di Sonia

Ieri, domenica 13 febbraio, sono stata alla manifestazione "se non ora quando" a Milano. Ho incrociato i sorrisi di molte donne, gli sguardi di alcune signore su mia figlia, alcuni cenni alla speranza di un futuro milgiore, per loro. Fabio, il mio compagno, li, che mi stringeva la mano.

Ho ascoltato e condiviso gli interventi dal palco di molte donne, ma anche di uomini che riconoscono l'importanza della difesa della dignità delle donne.

Con in braccio Matilde mi sono commossa quando Franca Rame ha letto il brano (che riporto sotto) scritto da Giuseppe Cederna. Mi ci sono riconosciuta e per adempiere al mio ruolo di genitore ho provato un motto di rabbia, perchè voglio, pretendo che Matilde non si debba vergognare di essere italiana! Ora basta! è ora di raccogliere l'appello alla ribellione, per noi e per le giovani generazioni, cosa ne pensate?

Sonia


Cederna: mi vergogno di chi non si vergogna di questa Italia
Nella testa ho due voci, due musiche, due biglietti nel portafoglio: “mi vergogno” e “a testa alta”. Li leggo quasi sempre di seguito, li leggo ogni giorno. Mi vergogno di non riuscire a leggere i giornali; mi sforzo, ma non ci riesco più – be’, non tutti: qualcuno ovviamente lo leggo. Non riesco più a guardare la televisione, ma di questo non mi vergogno: mi vergogno dello schifo che mi fa questa politica; mi vergogno del Capo, mi vergogno dei servi, mi vergogno delle menzogne sulle facce, nelle voci; mi vergogno quando li vedo, mi vergogno quando li sento parlare, mi vergogno di non riuscire a pensare al mio paese senza vergogna.
Mi vergogno di non riuscire a chiamarlo “mio”, questo paese. Mi vergogno di un paese senza testa. Mi vergogno di capire quello che sta succedendo e di accettare la mia impotenza senza urlare di rabbia e di sdegno. Mi vergogno di svegliarmi ogni mattina sperando sia successo qualcosa. Che novità ci sono? Nulla. Si nuota con un po’ più di affanno nella solita melma.
Mi vergogno a casa, mi vergogno all’estero. Mi vergogno di chi non si vergogna. Mi vergogno di non vergognarmi abbastanza. Mi vergogno per le donne costrette ad indossare il Burqa, mi vergogno per quelle che allegramente si tolgono le mutande intascando la busta pesante. Mi vergogno per le donne usate, umiliate, sfruttate, i giovani senza lavoro, i cassintegrati, i disoccupati, i disperati, gli immigrati.
Basta, su la testa! Donne, uomini: difendiamo la nostra dignità. Un popolo che non ha dignità è un popolo privo di tutto – della conoscenza, dell’orgoglio, della soliderietà – ed è giustamente degno di trovarsi governato da fantocci rimpolpati di vuoto.
(Giuseppe Cederna, “Mi vergogno a testa alta”, messaggio letto da Franca Rame il 13 febbraio 2011 alla manifestazione “Se non ora, quando?” in difesa della dignità femminile, che ha radunato un milione di manifestanti nelle piazze di tutta Italia).

2 commenti:

  1. http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1a36cd1c-eabe-460c-972d-a1391a3a2ad0.html

    E per la barca che è volata in cielo
    che i bimbi ancora stavano a giocare
    che gli avrei regalato il mare intero
    pur di vedermeli arrivare
    Per il poeta che non può cantare
    per l’operaio che ha perso il suo lavoro
    per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
    in un deserto come in un porcile
    e per tutti i ragazzi e le ragazze
    che difendono un libro, un libro vero
    così belli a gridare nelle piazze
    perché stanno uccidendoci il pensiero
    per il bastardo che sta sempre al sole
    per il vigliacco che nasconde il cuore
    per la nostra memoria gettata al vento
    da questi signori del dolore
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Che questa maledetta notte
    dovrà pur finire
    perché la riempiremo noi da qui
    di musica e di parole
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    In questo disperato sogno
    tra il silenzio e il tuono
    difendi questa umanità
    anche restasse un solo uomo
    Chiamami ancora amore
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Perché le idee sono come le farfalle
    che non puoi togliergli le ali
    perché le idee sono come le stelle
    che non le spengono i temporali
    perché le idee sono voci di madre
    che credevamo di avere perso
    e sono come il sorriso di Dio
    in questo sputo di universo
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Che questa maledetta notte
    dovrà pur finire
    perché la riempiremo noi da qui
    di musica e parole
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Continua a scrivere la vita
    tra il silenzio e il tuono
    difendi questa umanità
    che è così vera in ogni uomo
    Chiamami ancora amore
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Che questa maledetta notte
    dovrà pur finire
    perché la riempiremo noi da qui
    di musica e parole
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    In questo disperato sogno
    tra il silenzio e il tuono
    difendi questa umanità
    anche restasse un solo uomo
    Chiamami ancora amore
    Chiamami ancora amore
    Chiamami sempre amore
    Perché noi siamo amore
    (Roberto Vecchioni)

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  2. Posso essere negativo (sarà il periodo....) ma cosa c'é di diverso rispetto all'indignazione provata negli ultimi anni? Ci sono presupposti diversi/maggiori per un cambiamento? Me lo domando da tempo.

    Gli indignati sono sempre gli stessi ed i convinti pure. O forse io non vedo qualcos'altro che stà accadendo?

    E' che la rabbia in effetti c'é ed è forte, ma è come se non avesse alcun contenitore in cui riversarsi.

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